PER UN 2012 MIGLIORE
Il 2011 finisce e nella speranza di ognuno c'è il desiderio palese di una anno migliore, meno difficile più sereno. Nel 2011 tante cose sono accadute ma molti ricorderanno questo appena passato come l'anno della crisi economica, una crisi dura che rischia ancora di minare la nostra società nelle sue basi più solide, arrivando perfino ad insidiare quelli che sono i legami e gli affetti familiari. Quest'aspetto è importante: quando in una famiglia vengono a mancare i beni primari, il lavoro, è difficile rimanere sereni. Don Gaetano della parrocchia di san Michele a Velletri, la domenica di Capodanno ha letto la lettera di una bambina che raccontava di come i suoi genitori, il giorno di Natale, invece di volersi più bene abbiano litigato e discusso. I bambini sono la parte più debole della società e subito risentono dei turbamenti, delle mancanze, delle preoccupazioni. Per loro la crisi non è solo meno regali dalla Befana, per loro la crisi è assistere a mamma e papà che perdono le staffe e si infuriano, si insultano, hanno perso la serenità. Il 2012 non cancellerà di colpo tutti i guai e le bufere dell'anno precedente, ma ora sappiamo cosa può attenderci e sta a noi reagire, con rabbia forza e tenacia. Dobbiamo avere fede nel Signore e fede in noi stessi, Dobbiamo avere forza e non arrenderci mai, senza paura. Affrontare il futuro e difenderlo per noi, per le persone cui vogliamo bene, per i nostri figli.
C'è un'Italia che vuole cambiare ed è l'Italia dei cittadini che non si arrendono, è l'Italia dei cittadini che difendono l'ambiente, il territorio, la legalità, il diritto al lavoro e alla salute, è l'Italia dei cittadini che non ammettono i privilegi della casta ma che invece di fermarsi perché scandalizzati, si organizzano e lottano con tutti mezzi consentiti. È l'Italia di coloro che credono che il modo lo abbiamo ricevuto in prestito dalle generazioni passate e alle future dobbiamo restituirlo nel migliore dei modi possibile. È l'Italia di chi difende l'agricoltura dall'aggressione del cemento, come fa Stefano con il Comitato di Vallericcia, è l'Italia di chi lotta per i posto di lavoro e per il diritto ad una sanità migliore, come i nostri amici del San Raffaele Velletri, è l'Italia delle liste civiche, come quella di Roberto, ad Ariccia, che si pone dalla parte della gente, senza trucchi, superando obsolete logiche di potere. È l'Italia che vuole salvaguardare le nostre bellezze naturali, i nostri Laghi dei Castelli, così importanti per l'ecosistema, o che si batte contro le discariche e gli inceneritori, per un ambiente che sia sostenibile e possa rimanere integro per noi, per i nostri figli e per le generazioni che verranno, proprio come fanno Daniele o Simone.
E proprio Simone, Simone Carabella, che lotta contro l'eco-mostro discarica di Roncigliano e che ha fondato una lista civica che si presenterà alle prossime elezioni ad Ardea, il primo dell'anno, si è tuffato nel Tevere, come aveva fatto l'anno scorso perché era riuscito con il comitato No-Inc a fermare l'inceneritore. Questa volta la scritta sulle sue spalle, un po' come simbolo di tutti noi che amiamo il nostro territorio e che non vogliamo arrenderci, è “SIAMO NOI L'ITALIA CHE CAMBIA L'ITALIA”.
ECO 16
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